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Trachemys scripta-Scivolatrice comune

Nome comune: scivolatrice comune.

 

Tassonomia: appartiene al sottordine Cryptodira, superfamiglia Testudinoidea, famiglia Emydidae, genere Trachemys, sottospecie Trachemys scripta scripta, Trachemis scripta elegans e Trachemys scripta troostii.

Origini e habitat: è diffusa negli Stati Uniti centromeridionali, nella valle del Mississippi e dei suoi affluenti, in Alabama, Oklahoma, Arkansas, Kentucky, Kansas, Tennessee, Louisiana, Missouri, Indiana, Illinois e New Messico. Vive in insenature e tratti di fiumi, stagni, acquitrini con fondale melmoso, a corso lento con densa vegetazione superficiale e sommersa e con abbondanza di approdi asciutto per riscaldarsi al sole.

Descrizione: dimensioni del carapace molto variabili in base alle condizioni di allevamento e dal sesso, vanno dai 12 ai 28 cm raggiunti solo dalle femmine. Carapace di un bel verde acceso da piccoli e tendente a scurirsi da adulte e in alcuni casi quasi nero. Piastrone totalmente giallo ma si può presentare una macchia nera sullo scuto gulare. Sulla pelle presentano delle striature giallastre e sulla membrana timpanica presentano una sorta di “C”

Dimorfismo sessuale: il riconoscimento del sesso avviene attraverso l’individuazione dei caratteri sessuali secondari piuttosto evidenti nei soggetti adulti e subadulti. La coda del maschio è più lunga, robusta, grossa e larga alla base, unghie molto sviluppate soprattutto alle estremità degli arti anteriori e carapace appiattito. La femmina ha coda e unghie corte e carapace abbombato. Generalmente la femmina ha una carapace più lungo rispetto a quello del maschio.

Mantenimento in cattività: Le tartarughe del genere Trachemys sono onnivore. Sono animali particolarmente voraci, quindi se tenute in cattività devono essere supervisionate per quanto riguarda la quantità del cibo. I giovani esemplari, di età inferiore ai tre anni, sono prevalentemente carnivori e si nutrono di piccoli invertebrati vertebrati. Il cibo a base proteica migliore da dare alle tartarughe Trachemys è il pesce di lago o fiume fresco. Da piccole è giusto che mangino una volta al giorno e la quantità deve essere equivalente alla testa della tartaruga. Con l’avanzare dell’età la dieta deve variare e al pesce si aggiungeranno i vegetali. Una volta adulte è giusto che mangino in media ogni 2-3 giorni. In natura queste tartarughe prediligono piante acquatiche, ma in assenza di queste gli allevatori potranno dare foglie di tarassacocicoriaradicchiobasilicozucchina, carota, pisellifave. Sarebbe meglio evitare l’insalata, eccetto la lattuga romana, in quanto può dare qualche problema durante la digestione.È invece obbligatorio, per i primi anni di vita e nell’uscita dal letargo, la presenza di un osso di seppia nella vasca. Gli ossi di seppia sono reperibili dal pescivendolo o nei negozi di animali in quanto vengono venduti per gli uccelli in gabbia. È necessario poiché fornisce il calcio per far crescere nel modo corretto il guscio della piccola Trachemys.In commercio vengono trovati facilmente dei mangimi in pellet che contengono sali minerali e vitamine. Vanno integrati nella dieta delle tartarughe come degli snack. Sul mercato sono molto diffusi i gamberetti secchi “gammarus” che vengono usati da molti allevatori inesperti come mangime principale per le Trachemys ma in realtà questo mangime è assolutamente sconsigliato in quanto è solo l’esoscheletro del gamberetto, privo di vitamine e ad alto contenuto proteico. I gamberetti secchi possono essere usati come snack ma vanno somministrati raramente e non devono sostituire un pasto. Una cattiva alimentazione è alla base della maggior parte delle morti di questi animali.Le giovani tartarughe possono essere ospitate in un acquaterrario piuttosto ampio, munito di una cospicua area asciutta. Questo deve essere dotato di un termoriscaldatore e di una fonte di luce a raggi ultravioletti A e B in caso di mancanza di luce solare diretta.Le temperature ottimali vanno dai 15 ai 28 °C con una lieve escursione termica giornaliera di circa 5-6 °C; l’umidità dovrebbe aggirarsi attorno al 50-60%. Quando le loro dimensioni cominciano a superare la decina di centimetri di carapace in lunghezza, andrebbero alloggiate all’aperto (in un apposito laghetto oppure in grandi vasche poste all’esterno) per tutto l’anno, eccezione fatta per le aree montane dove si consiglia il ricovero invernale in un locale non riscaldato. Se non fosse possibile ospitare le tartarughe adulte all’aperto, si consiglia di tenerle tutto l’anno in un acquaterrario 100x50x50 (1 esemplare) o 120x60x60 (2 esemplari) a seconda della grandezza che hanno. Per individui adulti la capienza dell’acquaterrario o del laghetto sarebbe meglio che non scendesse sotto i 500 litri.Risentono molto dello stress per cui è meglio non stuzzicarle troppo.

Alimentazione: Le tartarughe del genere Trachemys sono onnivore, le adulte si cibano di piante acquatiche, di invertebrati, anfibi e piccoli pesci. I giovani esemplari sono prevalentemente carnivori.

Riproduzione: I maschi durante il corteggiamento adottano una caratteristica ritualità vibrando le zampe anteriori innanzi al muso della femmina. Le deposizioni delle uova avvengono tra aprile e luglio con schiuse tra luglio e settembre. Alla nascita il carapace dei giovani esemplari è lungo intorno ai 3 cm ed è, rispetto agli adulti, più arcuato e con colorazione più brillante.

Legislazione: L’importazione di Trachemys scripta scripta è al momento legale. Non sono inserite nel libro rosso IUCN.

 


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Testudo marginata – Testuggine marginata

Nome comune: Testuggine marginata

Tassonomia: Tra tutte le testuggini mediterranee la marginata è quella che raggiunge le maggiori dimensioni. Documentati sono:Ciccia’, una pluricentenaria femmina sarda di 45 cm per 13 kg e a un maschio di 52 cm per 12 kg presso il CARAPAX, precedentemente appartenente a una signora ottantaduenne di Firenze. L’origine del vecchissimo animale sembra essere Tempio Pausania in Sardegna.

Carattere distintivo della specie è la presenza sul piastrone da 3 a 5 coppie di triangoli neri con il vertice rivolto verso la coda. Triangoli presenti, con una o al massimo 2 coppie, anche nella specie più piccola delle Testudo, la Testudo kleinmanni con cui ha una elevata affinità genetica. Carattere peculiare è la presenza di un caratteristico gonnellino formato dalle squame marginali posteriori. All’interno delle cosce sono presenti una o due coppie di piccoli tubercoli cornei. Altra caratteristica peculiare, le scaglie femorali e addominali del piastrone sono incernierate tra loro. Nelle femmine la flessibilità è maggiore per agevolare la deposizione delle uova. La colorazione del carapace dei giovani esemplari non è molto dissimile dalle altre Testudo per poi diventare con gli anni più scuro, punteggiato da alcune macchie gialle nella sommità delle scaglie.

Origine e habitat naturale: Gli habitat della testuggine marginata sono tipicamente mediterranei, compresi nella zona fitoclimatica del Lauretum e caratterizzati da un inverni miti con precipitazioni moderate ed estati aride con temperature elevate. Questa specie trova rifugio e nutrimento nella vegetazione bassa cespugliosa della gariga, gli arbusti della macchia mediterranea e nel sottobosco fino a quota collinare temperata. In Sardegna gli habitat in cui sono ancora possibili dei ritrovamenti e sono presenti dei gruppi vitali sono le dune sabbiose costiere ricche di vegetazione, le pinete costiere di pini mediterranei con sottobosco di arbusti mediterranei, le leccete e le sugherete. Si incontrano esemplari in aree destinate all’uso agricolo quali gli: oliveti, agrumeti e vigneti.

Descrizione: Le testuggini hanno una vista eccellente: sanno distinguere forme, colori e riconoscono anche persone. Hanno un senso dell’orientamento molto preciso: se vengono spostate qualche centinaio di metri dal territorio al quale sono molto legate ci ritorneranno in breve tempo. Sono molto sensibili alle vibrazioni del suolo anche se non hanno un udito sviluppato. L’odorato invece è ben sviluppato ed ha un ruolo importante nel riconoscimento del cibo e dei sessi

Dimorfismo sessuale: Il riconoscimento del sesso avviene generalmente attraverso l’individuazione dei caratteri caratteri sessuali secondari. I maschi possiedono una coda lunga, robusta e grossa alla base ed il caratteristico gonnellino più pronunciato. La distanza dell’apertura cloacale dalla base della coda è maggiore nel maschio. I maschi adulti presentano una concavità nel piastrone più accentuata per facilitare la monta sul carapace della femmina, il piastrone delle femmine e degli esemplari giovani e subadulti è piatto. L’angolo formato dagli scuti anali del piastrone è molto maggiore nel maschio, l’altezza degli stessi scuti è però maggiore nella femmina, lo scuto sopracaudale del maschio è curvo verso il basso e nella femmina è allineato con il resto del carapace. I maschi sono di taglia maggiore rispetto alle femmine. In molti esemplari il sessaggio non è facile e certo, presentando caratteristiche morfologiche e sessuali fuorvianti quali: monta tra esemplari dello stesso sesso, coda dei maschi poco sviluppata, scuti del piastrone con caratteristiche indefinite. Non è raro che la determinazione del sesso delle femmine possa avvenire solo individuando gli esemplari che depongono le uova.

Mantenimento in cattività: T. marginata è una specie piuttosto resistente che si adatta bene alla cattività. Le sue condizioni di allevamento sono simili a quelle di T. hermani.

Alimentazione: anche la dieta è analoga a quella di T. hermanni.

Riproduzione: la riproduzione in cattività è relativamente facile. L’ accoppiamento avviene in natura da aprile da aprile all’ inizio di giugno,con il maschio che corteggia con vigore la femmina inseguendola, speronandola con la corazza e mordendole le zampe e la testa. Le uova vengono deposte in giugno e in luglio e ogni covata comprende in media 8-9 uova che chiudono da fine agosto a ottobre, secondo la temperatura. L’ incubazione artificiale avviene a 31°C , con un tasso di umidità che può indifferentemente variale da 65% al 90% . Il tempo di schiusa è in di circa 60-70 giorni. I piccoli pesano 10-14 g e sono lunghi 3 cm.

Legislazione: è inclusa in Appendice II CITES e in Allegato A del Reg. CE 2724/2000.

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Testudo hermanni – Testuggine di hermann

Nome comune: Testuggine comune o Testuggine di hermann

Tassonomia: Il nome Hermanni è in onore del medico e naturalista francese Jean Hermann (1738-1800), dalle sue collezioni proviene l’olotipo. Le dimensioni del carapace degli adulti variano da un minimo di 13 cm nei maschi della Puglia a un massimo di 24 cm nelle femmine della Sardegna. La colorazione di base del carapace è giallo-aranciato con diffuse macchie nere, molto estese sul piastrone. La sutura pettorale (rossa nella foto) è, generalmente, minore della femorale (blu nella foto). Altre caratteristiche sono: la pigmentazione gialla delle scaglie sotto gli occhi, assente negli esemplari adulti di T. h. boettgeri, e un caratteristico disegno sullo scuto sopracaudale a forma di toppa di serratura. Questa sottospecie è diffusa in Francia, Italia, Spagna continentale e Baleari. Prima comune, ora sempre più rara in Abruzzo, Basilicata, Calabria,Campania,Lazio,Liguria, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria[3]. La sua presenza è segnalata nelle isole dell’Arcipelago Toscano (Capraia, Elba, Giglio, Montecristo), dell’Asinara, Pantelleria e Pianosa.Una consistente colonia con esemplari di entrambe le sottospecie maggiori è limitata ad una località del delta del Po, il Bosco della Mesola.

Origine e habitat naturale: La Testuggine Comune vive in ambienti di tipo mediterraneo, preferendo il sottobosco alla gariga.
Ambiente di elezione è la tipica macchia mediterranea costituita in prevalenza da Leccio (Quercus ilex), ma non disdegna boschi di Roverella (Quercus pubescens) o di Quercia da sughero (Quercus suber).
In piena estate predilige zone umide ed ombreggiate, in inverno zone secche, orientate a sud, dove i numerosi cespugli possono proteggerla dal freddo e dal vento. Nel continente europeo non oltrepassa i 400 metri di altitudine, ad eccezione della Corsica dove si spinge fino a 600 metri.

Descrizione: Il carapace si presenta molto più bombato rispetto alla Testuggine Palustre Europea (Emys orbicularis), con un colore di fondo giallo-arancio e numerose chiazze nere.Le dimensioni raggiunte dai due sessi sono differenti, infatti le femmine possono raggiungere i 18/20 cm di lunghezza mentre i maschi raramente superano i 16 cm…Oltre alle dimensioni, la Testuggine Comune presenta altre caratteristiche che permettono un “facile” sessaggio degli animali:

  • I maschi hanno una coda più lunga e più grossa nella porzione tra l’apertura cloacale ed il piastrone.
  • Il piastrone nelle femmine è quasi sempre piatto o leggermente concavo, nei maschi la concavità è molto più accentuata.

La Testuggine Comune è facilmente distinguibile dalle altre testuggini europee per due caratteri morfologici:

Placca sopracaudale divisa anche se in alcune popolazioni della sottospecie orientale è unica.

Astuccio corneo posto all’estremità della coda.

Anche la distinzione fra le due sottospecie è abbastanza evidente: la Testuggine Comuneorientale (Testudo hermanni boettgeri) ha il carapace più grande, con colori meno vivaci tendenti al giallo – verde e piastrone ornato da macchie scure irregolari; la sutura femorale del piastrone è uguale a quella pettorale.

La sottospecie occidentale (Testudo hermanni hermanni) presenta due bande scure ben distinte e sutura femorale più lunga di quella pettorale.

Dimorfismo sessuale: La distinzione dei sessi negli esemplari adulti non presenta alcuna difficoltà. Il maschio è di taglia inferiore; presenta il piastrone leggermente concavo, mentre nella femmina è piatto. La coda del maschio è molto più lunga e grossa, con l’apertura cloacale più distante dalla base della coda. L’angolo formato dagli scuti anali del piastrone è più aperto nel maschio. Lo scuto sopracaudale è incurvato verso il basso e verso la coda nel maschio, mentre nella femmina è in linea con il resto del carapace.
Negli esemplari immaturi si può fare riferimento all’angolo formato dagli scuti anali del piastrone, che a volte già nel neonato appaiono formare un angolo più largo nel maschio, e più stretto nella femmina.

Mantenimento in cattività: Vi è una differenza di taglia sia tra maschi e femmine, che tra le due sottospecie. In T. h. hermanni i maschi arrivano a 14 cm e le femmine a 16,5, mentre in T. h. boettgeri raggiungono rispettivamente i 19 e 20 cm, sebbene si trovinofemmine che possono arrivare a 26.
Il carapace è moderatamente convesso, cupoliforme; gli scuti presentano una colorazione di base giallo – olivastra con delle aree nere, che negli scuti vertebrali e costali coprono le aree anteriori e laterali, e negli scuti marginali coprono le zone anteriori e inferiori. E’ presente un lungo e stretto scuto nucale. Lo scuto sopracaudale è diviso in due in quasi tutti i soggetti.
Il piastrone è giallo marroncino con delle aree nere, che in T. h. hermanni formano due strisce longitudinali parallele, e che in T. h. boettgeri formano delle linee discontinue. Nel piastrone non sono presenti cerniere. In entrambi i sessi sulla punta della coda è presente un caratteristico astuccio corneo.

Alimentazione: La Testuggine Comune è prevalentemente erbivora, anche se nella sua dieta può includere lumache e lombrichi.Si nutre principalmente di graminacee e papilionacee, ed è molto ghiotta di frutti maturi caduti sul terreno. Per contro non ama tanto le piante aromatiche come timo, lavanda e rosmarino. Alcune volte la si può osservare mentre mangia foglie secche, terriccio e piccole pietre. Questa abitudine, detta “geofagia”, permette all’animale di procurarsi il calcio ed i sali minerali di cui ha bisogno.

Riproduzione: la stagione riproduttiva inizia poco dopo il risveglio dal letargo e prosegue per tutta l’ estate. Durante il corteggiamento il maschio insegue attivamente la femmina mordendole le zampe e la testa. I piccoli nascono sempre tra la fine di agosto e l’ inizio di settembre e l’ uscita dal’ uovo avviene spesso in concomitanza con un periodo di pioggia. Se la chiusa non avviene dell’ avvento della stagione fredda,i piccoli sono in grado di ibernarsi all’ interno dell’ uovo e di uscire la primavera successiva. Se le uova sono incubate artificialmente a 30-33°C la schiusa avviene in 8-9 settimane. La temperatura di incubazione influenza il sesso dei nascituri: sopra i 31,5°C nascono femmine, sotto femmine sotto questa temperatura nascono maschi.

Legislazione: Testudo hermanni è in appendice II CITES e in allegato A del Regolamento CE 2724/2000. Significa che è una specie protetta e non può essere detenuta o venduta (salvo deroghe particolari), a meno che non si tratti di un soggetto nato in cattività. Anche in tal caso, per essere venduta, deve essere reso riconoscibile mediante vari mezzi (ad esempio l’inserimento del microchip, se la tartaruga è lunga almeno 10 cm o ha almeno 5 anni di età, oppure la foto di piastrone e carapace) e accompagnata sempre dalla relativa documentazione legale. In caso di cessione gratuita sono sufficienti i documenti forniti dall’allevatore.Inoltre, rientrando nella fauna protetta, se si trova casualmente una di queste tartarughe non la si può tenere. È possibile però denunciarne il ritrovamento al Corpo Forestale dello Stato e chiederne l’affidamento, se l’ambiente in cui viene rinvenuta non è idoneo alla sua sopravvivenza (ad esempio nei pressi di un centro abitato dove rischia di venire schiacciata dalle automobili), o se viene trovata ferita o malata.

 


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Testudo graeca – Testuggine greca

Nome comune: Testuggine greca.

Tassonomia: appartiene al sottordine Cryptodira, soparfamiglia Testudinoidea, famiglia Testudinidae, genere Testudo. La classificazione di T. graeca è molto controversa e al momento è sotto revisione. Le quattro sottospecie ufficialmente riconosciute per ora sono:


  • T. g. graeca, diffusa in Marocco, Algeria, Tunisia e Libia.
  • T. g. ibera, diffusa nei Balcani centrali fino al Mar Nero, in Turchia e in Iran.
  • T. g. terrestris, diffusa in Libia, Siria, Turchia sudoccidentale, Israele e Sinai.
  • T. g. zarudnyi, diffusa nell’est e nel sud dell’Iran.

Recentemente sono però stati proposti importanti cambiamenti per questa classificazione: T. g. ibera e T. g. zarudnyi dovrebbero essere considerate come specie a sé; T. g. terrestris non esisterebbe come sottospecie distinta e altro non sarebbe che una vareià di T. g. ibera; le popolazioni della Tunisia costituirebbero una specie a sé identificabile con il nome di Furculachelys nabeulensis; infine, alcune popolazioni dell’Algeria sono già da tempo considerate una specie a parte, indentificabile con il nome di Furculachelys whitei (di dimensioni maggiori rispetto a T. graeca – la femmina misura 28-30 cm – con carapace più allungato e che spesso presenta il margine posteriore sfasato come quello di T. marginata. Depone da 12 a 14 uova). E ancora: T. g. ibera presenta variazioni locali della morfologia piuttosto ampie, alcune delle quali sono state proposte come sottospecie. Nella Transcaucasica nordoccidentale viene proposta la denominazione T. g. nikolskii, mentre nella Turchia sudoccidentale la si chiama T. anamurensis. In complesso, dunque, è piuttosto difficile riconoscere la sottospecie di appartenenza, non solo per la confusione nella tassonomia ma anche perché esistono numerose variazioni di colorazione, forma e dimensioni nei soggetti provenienti dalle diverse località geografiche. È da tenere presente che la legislazione attualmente si riferisce solo allo schema “ufficiale” riportato sopra. Nella descrizione che segue si farà riferimento solo a T. g. graeca e ibera, cioè le sottospecie o specie più diffuse.

Origine e habitat naturale: gli habitat della tartaruga greca variano molto a seconda della sottospecie ma in generale sono tipicamente mediterranei, compresi nella zona fitoclimatica del Lauretum e caratterizzati da inverni miti con precipitazioni moderate ed estati secche con temperature elevate. Questa specie trova rifugio e nutrimento nella vegetazione bassa cespugliosa della gariga, fra gli arbusti della macchia mediterranea e nel sottobosco fino a quota collinare temperata. In Italia gli habitat in cui sono ancora possibili dei ritrovamenti e sono presenti dei gruppi vitali sono le dune sabbiose costiere, ricche di vegetazione, le pinete costiere di pini mediterranei con sottobosco di arbusti mediterranei, le leccete e le sugherete. Occasionalmente sono stati osservati esemplari in aree destinate all’uso agricolo quali gli oliveti, gli agrumeti, i mandorleti ed i vigneti.

Descrizione: facilmente confondibile con l’assai simile T. hermanni, la T. graeca è riconoscibile per la presenza di tubercoli cornei ai lati delle cosce, generalmente assenti nelle altre Testudo. Inoltre all’apice della coda essa è priva, o è presente solo in qualche raro esemplare, dell’astuccio corneo che caratterizza la T. hermanni . Altro elemento che la differenzia è un unico scuto sopracaudale (doppio nella T. hermanni), anche se sono documentati numerosi esemplari con la scaglia bipartita. Tra le varie sottospecie, ma anche tra gli esemplari appartenenti a una stessa sottospecie, si riscontra una ampia gamma di variazione delle dimensioni e della livrea del carapace che rendono spesso difficile una identificazione certa della sottospecie. Nella T. graeca ibera, la sottospecie più diffusa in Italia, le dimensioni medie degli adulti sono di: 25 cm nelle femmine e di 16 cm nei maschi; anche se in Europa orientale sono stati osservati esemplari di 35 cm di lunghezza, dal peso di 5 kg. È documentata in Italia una femmina, di circa 20 anni e allevata in cattività, dal peso di 6 kg. Mediamente nella T. graeca nabeulensis della Sardegna, le femmine raggiungono i 18 cm e i maschi i 15 cm.

Dimorfismo sessuale: il riconoscimento del sesso avviene attraverso l’individuazione dei caratteri sessuali secondari. I maschi possiedono una coda lunga, robusta e grossa alla base. La femmina ha coda piccola e corta. La distanza dell’apertura cloacale dalla base della coda è maggiore nel maschio. I maschi adulti presentano una concavità nel piastrone per facilitare la monta sul carapace della femmina, il piastrone delle femmine e degli esemplari giovani e subadulti è piatto; l’angolo formato dagli scuti anali del piastrone è molto maggiore nel maschio; l’altezza degli stessi scuti è però maggiore nella femmina. Lo scuto sopracaudale del maschio è curvo verso il basso, nella femmina è allineato con il resto del carapace.

Mantenimento in cattività: T. g. graeca si adatta abbastanza male alla cattività, tanto che sono pochi i soggetti che sopravvivono a lungo. Per poter riprodurre in allevamento le condizioni ambientali adatte bisognerebbe conoscere con precisione la zona di origine e sapere se si tratta di un soggetto che va in letargo o in estivazione. Deve essere tenuta rigorosamente separata da altre specie e, comunque, da soggetti provenienti da altre località geografiche; in caso contrario, l’incidenza di malattie infettive e parassitarie aumenta notevolmente. In inverno va in letargo, ma i soggetti provenienti dalle regioni meridionali del Marocco durante la stagione fredda devono comunque essere ospitati in un ambiente riscaldato. T. g. ibera è invece molto più resistente e si adatta bene ai nostri climi. Richiede un recinto all’aperto asciutto e soleggiato, dove possa pascolare, con accesso all’acqua da bere. In inverno va in letargo.

Legislazione: Inserita in Red List, come tutti i rettili del genere Testudo, la T. graeca è protetta dalla Convenzione di Berna allegato II, inclusa nella CITES appendice II dal 01/07/75 e in allegato A del Regolamento dell’Unione Europea 1332/2005, per cui è assolutamente vietato il prelievo in natura e regolamentato l’allevamento e il commercio degli esemplari in cattività. In Italia i compiti di sorveglianza e di gestione delle norme applicative delle convenzioni internazionali per la tutela delle specie animali sono di competenza del Corpo Forestale dello Stato.

Alimentazione: Sono rettili prettamente vegetariani. Gli esemplari selvatici vivono in un habitat caratterizzato da lunghi periodi di aridità che li costrige a nutrirsi di erbe secche, in queste condizioni integrano la loro dieta mangiando artropodi o chiocciole, queste ultime utili per l’apporto di calcio del guscio. Saltuariamente non disdegnano escrementi o piccole carogne. Gli esemplari allevati in cattività sono generalmente sovralimentati e non vanno assolutamente nutriti con: carne, latte, formaggi, alimenti per cani e gatti, uova, pane, latte, agrumi, kiwi, lattuga (anche se come alimentazione gradiscono anche dei fegati di mammiferi cotti).Il tarassaco, la cicoria e il radicchio rosso sono alcune delle verdure adatte alla loro alimentazione per l’alto rapporto di calcio rispetto al fosforo e per le fibre in esse contenute. Alti apporti proteici e di fosforo con bassi valori di calcio portano a deformazioni permanenti del carapace e danni agli organi interni.Evidente segno di una cattiva alimentazione è un carapace con gli scuti appuntiti e scanalati nelle suture, la così detta piramidalizzazione, al contrario un carapace in forma di una levigata semicalotta ovale è segno di una corretta alimentazione.

Riproduzione: Animali longevi, si hanno notizie di esemplari centenari, raggiungono la maturità sessuale intorno ai 10 anni. Le Testudo sono ovipare, le deposizioni avvengono in buche scavate dalla femmina nel terreno con le zampe posteriori. Le femmine di T.graeca depongono anche in tre volte, da maggio a luglio, un numero variabile di uova, generalmente in proporzione alla taglia dell’esemplare e alla specifica sottospecie. Il tempo di incubazione, 2 o 3 mesi circa, e il sesso sono in relazione con la temperatura. Con temperatura di incubazione inferiore ai 30,5 °C si avrà una preponderanza di esemplari maschi, con temperatura superiore ai 30,5 °C in maggioranza femmine. Giunto il momento della schiusa, spesso agevolata da una giornata di pioggia, il tartarughino per rompere il guscio si avvale del così detto “dente dell’uovo”, un tubercolo corneo posto tra le narici e la mascella superiore destinato a sparire in pochi giorni. La fuoriuscita dall’uovo dura anche 48 ore e in questo arco di tempo viene assorbito totalmente il sacco vitellino.


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Terrapene ornata – Tartaruga scatola ornata

Nome comune: Tartaruga scatola ornata.

 

Tassonomia: appartiene al sottordine Cryptodira, superfamiglia Testudinoidea, famiglia Emydidae, genere Terrapene. Esistono due sotospecie: T. o. ornata e T. o. luteola.

Origine e habitat naturale: si trova negli Stati Uniti centromeridionali e nel Messico settentrionale, dove vive nelle praterie e nelle distese erbose con bassa vegetazione. Preferisce un habitat più asciuto rispetto a T. carolina, ma trascorre le ore più calde della giornata in pozze d’acqua o all’ombra della vegetazione.

Descrizione: la lunghezza può arrivare a 14 cm. Il carapace è arrotondato, di colore marrone scuro o marrone-rossastro e con linee gialle su ogni scuto. Il piastrone presenta una cerniera come quela di T. Carolina. Le zampe hanno in genere quattro dita, raramente tre.

Dimorfismo sessuale: la femmina raggiunge una taglia maggiore del maschio e ha l’iride di colore giallo-marrone, mentre nel maschio è solitamente rossa. Il maschio ha inoltre il primo dito dell’arto posteriore più grosso e largo, la testa solitamente verdastra a scaglie arancio o rosse sulle zampe sono presenti scaglie gialle.

Mantenimento in cattività: le condizioni di allevamento sono analoghe a quelle di T. Carolina. È importante che T. Ornata abbia la possibilità di scavare nel terreno per trovare un microclima umid, sfuggire alla calura e difendersi dalla disidratazione. I soggetti che provengono dall’area più settentrionale del range di distribuzione vanno in letargo d’inverno, mentre quelli dell’area più meridionale restano parzialmente attivi anche durante la stagione fredda.

Alimentazione: T. ornata è onnivora, ma con preferenza spiccata per un dieta carnivora. Gli alimenti da somministrare sono gli stessi che per T. carolina.

Riproduzione: in natura l’accoppiamento ha luogo in primavera, più raramente durante l’estate, e le uova sono deposte da maggio fino a metà luglio. Un terzo delle femmine effettua anche una seconda covata. Per ogni covata la femmina depone in media 6 uova, ma il numero può variare da 1 a 8; l’incubazione naturale dura in media 70 giorni. I piccoli hanno il carapace rotondeggiante di 3 cm di lungheza, di colore marrone scuro o nerastro con macchie gialle e una striscia gialla lungo gli scuti vertebrali. Il piastrone è invece giallo o color crema, con un disegno scuro centrale. La cerniera diventa funzionale dopo il quarto anno di vita. L’incubazione artificiale è simile a quella di T. ornata.

Legislazione: è inclusa in Appendice II CITES e in Allegato B del Reg. CE 2724/2000. Nel libro rosso IUCN è classificata a basso rischio, ma prossima a essere considerata vulnerabile (LR/nt).

Curiosità: assolutamente non adatta ai principianti, T.ornata è una specie difficile da allevare, che richiede condizioni ambientali ben precise difficilmente riproducibili i cattività. La maggior parte degli esemplari di cattura muore entro poco tempo.

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Terrapene Carolina- Tartaruga scatola comune

Nome comune: Tartaruga scatola comune

Tassonomia: appartiene al sottordine Cryptodira, superfamiglia Tesudinoidea, famiglia Emydidae, genere Terrapene, sono riconosciute sei sottospecie, alcune delle quali molto rare: Terrapene carolina carolina, Terrapene carolina bauri, Terrapene carolina major, Terrapene carolina mexicana, Terrapene carolina triunguis, Terrapene carolina yucatana.

Origine e habitt naturale: è costituito da radure presso aree boschive, praterie, boscaglie e zone paludose. Ama gli ambienti umidi a clima temperato; passa molto tempo interrata nel fango o nella terra umida; il massimo di attività si osserva prima e dopo i temporali estivi. Gran parte dell’attività è dedicata alla ricerca dell’alimento. Durante la stagione fredda T. carolina va in letargo.

Descrzione: La lunghezza è di circa 20 cm; il carapace è molto arrotondato, e il piastrone presenta una cerniera che permette all’animale di chiudersi ermeticamente (da cui il nome di tartaruga scatola). La cerniera non è presente alla nascita, e si sviluppa dopo uno o due anni.Terrapene carolina carolina possiede quattro dita in ogni zampa. Può avere una colorazione piuttosto variabile; spesso è marrone con strisce gialle o arancio che si irradiano da ogni areola.T. c. triunguis di solito ha tre dita nell’arto posteriore. Il carapace ha una caratteristica colorazione marroncina od olivastra. Spesso sono presenti macchie arancio o gialle su testa e arti anteriori, ma il maschio di solito ha la testa completamente rossa. T. c. major ha il carapace spesso privo di disegno, e talvolta è molto scuro. T. c. bauri di norma ha tre dita nell’arto posteriore. Il carapace ha un disegno brillante di linee gialle a raggiera, e da ogni lato della testa sono presenti due caratteristiche strisce. T. c. yucatana ha quattro dita per arto. Il carapace è marroncino o color paglia, con macchie scure a raggiera o con scuti bordati di scuro. T. c. mexicana ha tre dita per arto. La colorazione è simile a T. c. triunguis, ma a volte è gialla chiara con i margini degli scuti scuri.

Dimorfismo sessuale: La differenziazione dei sessi non è semplice, soprattutto prima della maturità sessuale (7-10 anni). La coda del maschio spesso è più lunga e grossa, con l’apertura cloacale più distante dalla base della coda. Il piastrone talvolta presenta una convessità più o meno pronunciata. Il maschio di T. c. triunguis può avere la testa rosso scuro. I maschi hanno frequentemente l’iride rossa, mentre nelle femmine è marrone. La femmina può presentare un carapace dalla forma a cupola più accentuata. Le unghie degli arti posteriori nel maschio sono corte e ricurve, nella femmina sono più lunghe e dritte. Un dato sicuro è il diverso comportamento riproduttivo (accoppiamento, ovodeposizione), se si riesce ad osservarlo. Può capitare di vedere il maschio esteriorizzare il pene mentre è in acqua, che è un comportamento normale anche se di significato incerto.

Mantenimento in cattività: La sistemazione ideale è in un recinto all’aperto, con ampie zone d’ombra; una casetta – rifugio è indispensabile per nascondersi e sfuggire alla calura. Si deve sempre lasciare a disposizione un contenitore d’acqua, di facile accesso e uscita, la cui profondità massima deve essere pari ad un quarto della lunghezza della corazza: queste tartarughe non sono in grado di nuotare, e nell’acqua più profonda possono annegare. Anche queste tartarughe solitamente defecano durante il bagno, e quindi l’acqua deve essere mantenuta rigorosamente pulita. Un’elevata umidità ambientale è indispensabile per la buona salute di Terrapene carolina: è opportuno spruzzare d’acqua il recinto tutti i giorni. Se si rende necessario ospitare questi rettili in un terrario (sistemazione molto meno soddisfacente di quella all’aperto), occorre utilizzare una lampada a UVB, sistemare un piccolo rifugio e lasciare a disposizione un contenitore d’acqua per immergersi. La fonte di calore può essere rappresentata da una lampadina che crei un punto caldo localizzato di 30°C al massimo, con una zona più fresca a 20°C. Anche nel terrario è indispensabile creare un’elevata umidità, intorno al 60-80%. Per favorire l’umidità si deve utilizzare un substrato costituito da terriccio e corteccia fine, cui viene aggiunta dell’acqua. Questo permette anche alle tartarughe di interrarsi, se ne hanno la necessità. E’ inoltre opportuno spruzzare nel terrario dell’acqua tutti i giorni. E’ necessario che Terrapene carolina vada regolarmente in letargo ogni autunno.

Alimentazione: Terrapene carolina è una tartaruga onnivora, che necessita di una dieta il più possibile variata, composta per metà di alimenti di origine vegetale (del tipo utilizzato per T. hermanni, vale a dire erbe e piante di campo, con aggiunta di frutta) e per metà di alimenti di origine animale (insetti, chiocciole, lombrichi, pellet per trote e crocchette magre per cani reidratate). I soggetti giovani sono maggiormente carnivori, ma la dieta deve comunque contenere una quota di vegetali, per impedire un accrescimento troppo rapido. Il loro alimento deve essere tagliato a piccoli pezzetti perché possa essere facilmente ingerito. Gli individui adulti possono essere alimentati a giorni alterni. La dieta viene integrata dall’aggiunta di vitamine e minerali. Le tartarughe scatola sono animali piuttosto gregari, e possono essere tenuti in piccoli gruppi.

Riproduzione: l’accoppiamento ha normalmente luogo in primavera, ma a volte anche in estate e in autunno. La disposizione delle uova in natura avviene da maggio a luglio, ma in cattività si può estendere fino ad agosto. T. c. carolina e T. c. triunguis depongono solitamente da 3 a 5 uova per volta e le covate possono essere 5 o 6 per stagione. L’incubazione, che richiede un elevato tasso di umidità (90% o più), a 26-28°C dura mediamente 70-85 giorni. I piccoli misurano 2,8-3 cm di lunghezza e pesano circa 7g. Alla nascita il carapace è marrone-grigiastro con una carena centrale, mentre il piastrone è giallo o crema con un disegno marrone centrale. I piccoli devono essere tenuti in un substrato di muschio e corteccia, in cui possano facilmente interrarsi, che va mantenuto umido con frequenti nebulizzazioni. Bisogna inoltre fornire loro un piccolo recipiente d’acqua per bere e bagnarsi. Indispensabile è che i piccoli siano esposti ai raggi ultravioletti: l’ideale sarebbe lasciarli periodicamente al sole per qualche ora, prendendo naturalmente ogni precauzione affinchè non si surriscaldino e sorvegliandoli attentamente; se però ciò non dovesse essere possibile bisognerà utilizzare una lampada a ultravioletti.

Legislazione: è inclusa in Appendice II CITES e in Allegato B del Reg. 2724/2000. Nel libro rosso IUCN è classificata a basso rischio, ma prossima a essere considerata vulnerabile (LR/nt).

Curiosità: gli esemplari di cattura sono spesso disidratati, stressati e colpiti da gravi infestazioni parassitarie. Quando si maneggiano queste tartarughe occorre fare attenzione perchè si rischia di intrappolarsi un dito nella corazza quando l’animae si ritrae all’interno.

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Specie

Sternotherus odoratus – Tartaruga del muschio comune

Nome comune: Tartaruga del muschio comune

 

Tassonomia:Testudines ,Sottordine: Cryptodira,Superfamiglia: Kinosternoidea,Famiglia: Kinosternidae,Genere: Sternotherus,Specie: Sternotherus odoratus .

Origine e habitat naturale: Questa tartaruga si può trovare dal lago Ontario in Canada sino ai corsi d’acqua della Florida e più ad ovest dal Wisconsin al Texas, fino al Golfo del Messico. È diffusa in gran parte degli Stati uniti, in Florida, Texas, Maine e Wisconsin. Vive in corsi d’acqua come paludi, fiumi, torrenti, canali, acquitrini cioè in luoghi con acque lente e poco profonde e con fondali fangosi o melmosi, ricchi di vegetazione sia sommersa che galleggiante in prossimità di zone ricche di alberi. Se dovete immaginare un ambiente adatto alla sternotherus pensate alle paludi delle everglades in Florida.

Descrizione : La Odoratus è una tartaruga diurna – crepuscolare, anche se non è inusuale osservare comportamenti notturni, può raggiungere la taglia di 10-14 cm di lunghezza.Non è raro vedere questa specie trascorrere del tempo in parti emerse come radici o tronchi semisommersi, intenta a prendere il sole all’asciutto o anche insabbiarsi nel fondale. È un’ottima arrampicatrice, in natura questa specie si arrampica su alcuni alberi che si trovano vicino la riva per fare basking anche a qualche metro d’altezza dal suolo ed in caso di pericolo non si fanno problemi a tuffarsi anche da altezze notevoli, lanciandosi in acqua.Erroneamente a mio giudizio è stata classificata questa tartaruga come scarsa nuotatrice, è vero che presentano una forma di carapace assai poco idrodinamico e molto pesante rispetto al resto del corpo, questo gli rende impossibile nuotare con grazia e per lunghi periodi come fanno le compagne trachemys e compagnia bella, ma quando serve son capaci di scatti rapidi e sconvolgenti per la loro forma.Il carapace liscio di forma allungata e bombata è di colore grigio-marrone scuro che tende a schiarirsi con l’età. Possiede due paia di ghiandole, poste sotto il margine del carapace, che producono un secreto denso e dall’odore nauseabondo utilizzato a scopo difensivo. Il piastrone presenta un colore uniforme giallo-marrone con grandi scuti laterali ed una cerniera parzialmente funzionale tra gli scuti pettorali ed addominali. La pelle è scura con quattro striature chiare che partono dall’occhio e corrono fino al collo; inoltre sul mento e sulla gola presentano due barbigli generalmente.

Dimorfismo sessuale: I maschi possiedono una coda più lunga e larga alla base e l’apertura cloacale è posta ai margini dello scuto sopracaudale ed hanno scuti dorsali e laterali particolarmente inclinati. Nelle femmine si presenta una coda piccola e corta con l’apertura della cloaca che non sorpassa il margine distale del carpace. Infine i maschi possiedono le striature retrogulari dal colore più vivace della femmina.

Mantenimento in cattività: Questa specie è molto aggressiva e mordace, viene sconsigliata la convivenza con altri animali e in generale tra due maschi. Per la sua provenienza geografica, da climi molto simili ai nostri, viene vivamente consigliato l’allevamento all’aperto di questa specie, purché siano esemplari sani, adulti o sub-adulti. Se non fosse possibile allestire un laghetto anche piccolo è consigliabile allestire un acquaterrario con più livelli abbastanza piantumato per permettere alle Odoratus di stare comodamente immerse nell’acqua pur permettendogli di respirare, sarebbero utili anche degli appigli nella parte acquatica che possono essere formati da piante sia galleggianti che sommerse, da tronchi e da sassi di media grandezza. Non necessita di terracquari eccessivamente grandi, purché si rispettino sempre le dimensioni e lo spazio degli animali (minimo di 60×30 cm ma con un’ampia zona asciutta e scaldata da una lampada spot in modo che la temperatura sulla zona emersa sia di circa 30°). La struttura deve essere dotata di una zona emersa (facilmente raggiungibile dal fondo semplicemente scalando il tronco) irradiata da una lampada spot per i 30°C e una lampada UV. Il sub-strato non è necessario, tuttavia questa specie gradisce molto fondali morbidi che possono esser formati da sabbia fine. La temperatura dell’acqua deve aggirarsi intorno ai 22-25°C (con un escursione termica fra notte e giorno di 2 o 3 gradi).Per il filtraggio valgono le regole già viste per le altre tartarughe acquatiche; l’impianto deve essere sovradimensionato rispetto ai litri reali della vasca nella misura minima di uno a quattro ad esempio un acquario con 50 litri d’acqua deve avere un filtro per vasche da 200 litri, ed oltre ad un buon filtraggio si consiglia un cambio parziale frequente, ogni 2 o 3 giorni con acqua decantata e declorata. Da evitare farinacei di ogni genere, prodotti derivati dal latte e cibi per cani e gatti. Si sconsiglia di fornire insalate son acqua sporca a livello nutrizionale e di fornire alimenti tipo carne rossa e carni Bianche per un periodo di tempo prolungato.

Alimentazione: Specie onnivora ma con preferenze di alimenti d’origine animale, è opportuno variare la dieta con un apporto di vegetali (a volte si nutre anche di piante acquatiche), l’alimento base di questa specie sono gli insetti, possiamo somministrare grilli, camole, caimani, coleotteri, lombrichi, ma è opportuno variare la dieta soprattutto in cattività anche con pesci interi (compresi di testa, spine e organi) crostacei, molluschi, cuore e fegato di pollo o di coniglio, carni bianche macinate (anche se le carni mi limiterei a darle non rientrano molto nel loro regime alimentare tranne in casi che trovino carogne di qualche piccolo uccello o altro, meglio optare sempre per alimenti consoni alla loro dieta tipo il fegato di merluzzo o altri pesci preferite sempre pesci d’acqua dolce a quelli di acqua salata o salmastra). Una volta alla settimana possiamo alimentarle con radicchio, cicoria, indivia riccia e scarola, erbe di campo come tarassaco, borragine, malva, piantaggine e piante acquatiche di ogni genere e dimensione l’ideale è la lenticchia d’acqua e l’insalata d’acqua. Avendo un’alimentazione ricca di proteine, si consiglia di farle alternare due giorni di digiuno per ogni pasto, visto che questa specie fa raramente basking si consiglia di fornire sempre alimenti freschi il più possibile e lasciate sempre un osso di seppia a disposizione o chiocciole d’acqua per l’apporto di calcio.

Riproduzione: L’accoppiamento per questa specie avviene nei primi mesi primaverili, subito dopo l’ibernazione. In primavera subito dopo l’ibernazione avviene la danza di corteggiamento in acqua così pure l’accoppiamento, lo sviluppo sessuale delle Sternotherus avviene dopo i 4 anni di vita e possono vivere un massimo di 54 anni. La femmina compie 2 – 4 covate all’anno, in genere tra marzo e giugno, deponendo da 1 a 9 uova per ogni singola covata (dipende molto anche dalle dimensioni della femmina); per la schiusa occorrono circa 80-100 giorni ad una temperatura compresa tra 25 e 30°C. In cattività le Odoratus depongono anche se non hanno fatto il letargo, ma il letargo è consigliato sempre se si vuole riprodurre gli esemplari in quanto è essenziale per la completa maturazione degli apparati riproduttivi e per la regolazione del normale ciclo riproduttivo.

Legislazione: In libera vendita, non soggetta a certificati C.I.T.E.S o convezione di berna.

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Rhinoclemmys punctularia – Tartaruga dalle zampe macchiate

Nome comune: Tartaruga dalle zampe macchiate ( Tartaruga di foresta sudamericana )


Tassonomia: appartiene al sottordine Cryptodira, superfamiglia Testudinoidea, famiglia Bataguridae, sottofamiglia Geoemydinae, genere Rhinoclemmys. Sono descritte tre sottospecie, a diversa distribuzione geografica e con lievi variazioni della colorazione della testa: R. p. punctularia, R. p. diademata, che alcuni autori considerano una specie a parte, e R. p. flammigera.

Origine e habitat naturale: L’area di distribuzione va dalla Colombia dell’est, al bacino dell’Orinco estendendosi alla Guaiana eal Brasile del nordest. E’ principalmente terrestre, e ama esporsi al sole, ma si trova spesso accanto a zone d’acqua dolce: laghetti, paludi, acquitrini, fiumi, localizzati in savane e foreste. La dieta naturale è onnivora, e si alimenta sia in acqua che nella terraferma.

Descrizione : Il carapace misura circa 25 cm, è di colore marrone scuro o nero e presenta una carena mediana; posteriormente è dentellato e ha una superficie è liscia o leggermente rugosa. Nei soggetti giovani gli scuti laterali possono presentare delle strie giallastre. Il piastrone è rosso marrone o nero con il margine e le suture gialle. La testa è nera con dei disegni variabili gialli o rossi. Le zampe anteriori presentano scaglie gialle o rosse con macchie nere, e le zampe posteriori sono lateralmente grigie e medialmente gialle con macchie nere.

Dimorfismo sessuale: Nel maschio il piastrone è concavo (mentre è piatto nella femmina) e la coda è più grossa e più lunga.

Mantenimento in cattività: Questa tartaruga tropicale va preferibilmente tenuta in un acquaterrario di tipo tropicale, metà sommerso e metà all’asciutto, con una lampadina riscaldante e una lampada a spettro completo nella parte emersa. Il substrato della parte emersa può essere rappresentato da sfagno, terriccio e foglie morte. L’acqua deve essere tenuta più possibile pulita con l’uso di un filtro e con cambi frequenti. Il range di temperatura deve essere di 25-30°C. In alternativa, può essere allevata in un terrario umido, con uno spesso fondo di terriccio o sfagno, e un ampio recipiente d’acqua che le permetta di immergersi. L’umidità va mantenuta elevata spruzzando di frequente con acqua. Durante la bella stagione può essere tenute in un laghetto all’aperto (con la possibilità di uscire all’asciutto), ma nella stagione fredda deve essere ricoverata al caldo. Non va in letargo.

Alimentazione: L’alimentazione deve essere più varia possibile, e comprendere sia alimenti di origine animale (piccoli pesci, insetti, lombrichi, grilli, vermi ecc.) sia vegetale (verdure a foglia).

Legislazione: Non è elencata in CITES e neppure nel Libro Rosso IUCN.

 


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Rhinoclemmys pulcherrima – Tartaruga di foresta dipinta

Nome comune: Tartaruga di foresta dipinta

 

Tassonomia: appartiene al sottordine Cryptodira, , superfamiglia Testudinoidea, famiglia Bataguridae, sottofamiglia Geoemydinae, genere Rhinoclemmys. Esistono quattro sottospecie: R.p. pulcherrina, R. p. rogerbarbouri, R. p. incisa, R. p. manni.

 

Origine e habitat naturale: il range di distribuzione comprende la parte orientale di Guatemala e Honduras, Sonora fino al Costa Rica. Ha abitudini terrestri e si trova nei boschi tropicali, sia di tipo umido sia di tipo secco, e nei pascoli. Nella stagione asciutta resta accanto ai corsi d’ acqua; quando è lontana dall’ acqua cerca l’ umidità della vegetazione. È particolarmente attiva dopo le piogge.

Descrizione: Rhinoclemmys pulcherrima presenta diversità di colorazione sostanziali nelle diverse sottospecie; qui di seguito verranno descritte le caratteristiche fisiche delle due sottospecie più diffuse, R. p. incisa e R. p. manni. Rhinoclemmys pulcherrima incisa o “tartaruga di foresta bruna”, arriva ai 20 cm di lunghezza media, le femmine sono un po’ più grandi rispetto ai maschi. Il carapace di questa tartaruga presenta una colorazione decisamente meno appariscente in confronto a quello della Rinoclemmys Pulcherrima Manni. Di color marrone bruno o olivastro, presenta una carena mediana. Il piastrone è solitamente di colore giallo-arancio, con una evidente macchia centrale di colore marrone o nero, che si sviluppa per tutta la lunghezza del piastrone stesso. La testa, marrone-nero o verdastra, presenta linee rosse o arancio brillante con contorni neri, la mandibola e il mento sono di colore giallo. Rhinoclemmys pulcherrima manni o “tartaruga di foresta ornata”, è la sottospecie decisamente più colorata. Il carapace presenta scuti colorati da ocelli concentrici di vari colori, giallo oro, rosso-arancio, nero e ambrato. Il piastrone come per R. p. incisa va dall’ambrato all’arancio, anche qui con l’ampia striscia nera al centro, che può talvolta dividersi in strisce ambrate più strette. La pelle delle zampe, del collo e della testa e della coda può essere colorata o tendente al nero, le parti più morbide sono solitamente striate di rosso, contornato di nero. Questa colorazione così vistosa spiega il perché del nome dato dagli inglesi di ” tartaruga Centro-Americana ornata dei boschi”, mentre in tedesco viene definita “lussuosa tartaruga di terra”. Ma è il termine latino, pulcherrimus cioè meraviglioso, prezioso, che fuga ogni dubbio.

Dimorfismo sessuale: Il maschio raggiunge una taglia leggermente inferiore, 18 centimetri contro i 20 della femmina. La coda del maschio è più grossa e spessa e l’apertura cloacale si trova ben oltre il margine del carapace. Nella femmina, la coda è più piccola e l’apertura cloacale sotto il bordo del carapace. Il piastrone del maschio è piatto e non concavo come per alcune specie.

Mantenimento in catttività: Il mantenimento in cattività di questa tartaruga è piuttosto semplice, ma solo dopo che gli animali si sono ambientati. Non è raro, infatti, che gli esemplari d’importazione, che si possono reperire nei negozi specializzati, siano fortemente stressati e pesantemente parassitati.
Per quanto riguarda la stabulazione di Rhinoclemmys pulcherrimaall’interno di abitazioni, è necessario predisporre un terrario di buone dimensioni (specialmente se si vuole allevare un gruppetto di animali adulti composto da cinque o sei unità), costruito con materiali resistenti all’acqua o trattato in modo da renderlo impermeabile, considerato il fatto che questa specie ama particolarmente l’umidità. Per ricrearla, sarà necessario nebulizzare spesso con acqua tiepida.
Il substrato più comunemente usato è un mix composto da torba di sfagno, sfagno e foglie, posto preferibilmente su uno strato di argilla espansa, che favorirà il drenaggio in caso di eccessiva umidità del substrato stesso. Infine, è possibile ricoprire il tutto con uno livello di corteccia per la pacciamatura delle aiuole, non trattata. Rhinoclemmys pulcherrimaapprezzerà questo tipo di substrato morbido e facilmente scavabile dato che ama particolarmente interrarsi durante la giornata. Il terrario potrà essere completato inserendo delle piante vere, che contribuiranno a mantenere una elevata percentuale di umidità, oltre che a fungere da riparo per le nostre tartarughe.
Essendo Rhinoclemmys pulcherrima una grande amante dell’acqua, non deve mancare un ampio recipiente, non troppo profondo, in modo che le tartarughe possano immergersi. L’acqua dovrà essere cambiata quotidianamente, dal momento che gli animali, oltre che a berla, vi saranno immersi per la maggior parte del tempo, sporcandola con le feci e con il terriccio del terrario.
Per quanto riguarda temperature ed illuminazione, questa tartaruga deve essere allevata a temperature che vanno dai 24° ai 28° di giorno, mentre la notte la temperatura può scendere fino a 20°. Si potranno utilizzare delle lampade tipo spot con un wattaggio compreso tra i 45 e i 60 watt, per creare anche una zona più calda con una temperatura di 35°, in modo che gli animali possano termoregolare il loro corpo scegliendo la temperatura a loro più gradita. E’ necessario fornire anche una dose di raggi UVA-UVB, sarà quindi fondamentale, per avere sempre animali in salute, installare nel terrario una lampada al neon o compatta che fornisca appunto UVA-UVB.
Nella bella stagione, è possibile allevare questa tartaruga all’aperto, costruendo un recinto con terriccio morbido e mucchi di foglie per permettere agli animali di nascondersi, oltre che a piante e cespugli bassi. Non deve mai mancare un recipiente basso con l’acqua dove la tartaruga possa immergersi, che potrà ospitare delle piante acquatiche tipo riccia, pistia, trapa e eichhornia, utilizzate sia come nascondiglio che come cibo. E’ importante infine che anche il recinto venga mantenuto umido e non sia posto in un punto del giardino eccessivamente soleggiato.
Rhinoclemmys pulcherrima è una tartaruga che non va in letargo, quindi per chi decidesse di allevarla è importante sapere che richiederà un impegno continuo per tutto il periodo dell’anno. Alcuni siti internet riportano notizie relative a “periodi di bruma controllata”, che alcuni allevatori fanno fare ai loro animali nel periodo invernale, portando la temperatura ambientale intorno ai 16° per un periodo di 40-60 giorni. Questi allevatori sostengono che così facendo, i loro riproduttori, una volta svegliati, sono più inclini al corteggiamento e alla riproduzione.

Alimentazione: Si tratta di una tartaruga onnivora, ma con una spiccata preferenza per una dieta vegetariana. Mantenendola in cattività, è consigliabile non somministrare più di un 10% di alimenti di origine animale, al fine di non causare danni da eccesso proteico. I vegetali da offrire prevalentemente sono erbe selvatiche come il tarassaco, la piantaggine, alcuni tipi di verdure a foglia come la romana, l’indivia, oppure il pomodoro e la carota grattugiata; per quanto riguarda la frutta è buona cosa offrire frutti maturi, tra i quali mela, melone, in dosi minori banana, mango e pera. Si è rilevato che Rhinoclemmys pulcherrima tende a preferire verdure ed erbe piuttosto che frutta. Gli alimenti di origine animale da somministrare sono lombrichi, grilli e chiocciole, nonché pesci come latterini e pollo cotto. Saltuariamente possiamo offrire a questa specie i mangimi per rettili che si trovano in commercio, al fine di variare ed integrare la dieta. E’ importante infine lasciare a disposizione degli animali un osso di seppia, le tartarughe se ne ciberanno per assumere la dose di calcio adeguata alle loro esigenze.

Riproduzione: Gli accoppiamenti avvengono spesso in acque basse, in natura la deposizione avviene da maggio a dicembre. Vengono deposte da 3 a 5 uova per volta, con un massimo di cinque deposizioni all’anno. Il periodo di schiusa va dai 115 ai 186 giorni. In cattività, le riproduzioni avvengono solitamente da settembre a dicembre. Vengono deposte una o due uova allungate, queste ultime dovranno essere incubate a 28°-30° su un substrato di vermiculite e sfagno, mantenuti ad umidità elevata che dovrà attestarsi intorno al 90%. Il periodo necessario alla schiusa delle uova è piuttosto variabile e va dai 60 ai 90 giorni. Va ricordato che in natura le uova sono naturalmente sottoposte ad un periodo di diapausa di circa tre mesi, tale periodo può essere replicato in cattività a 22°. Il segno che le uova sono fertili è rappresentato dalla comparsa di una zona chiara a un’estremità, causata dall’espansione del sacco vitellino.

Legislazione: In commercio sono reperibili quasi esclusivamente animali di cattura o di farm. Al momento dell’acquisto, bisognerà valutare attentamente lo stato di salute degli animali, in quanto possono risultare spesso debilitati e molto parassitati. E’ importante inoltre verificare lo stato in cui versano carapace e piastrone e che non presentino tracce di necrosi o muffe.Rhinoclemmys pulcherrima non è, contrariamente a quanto si possa pensare, un animale di facile allevamento, in quanto necessita di cure minuziose e precise, non è quindi una tartaruga adatta ai neofiti. Come già detto in precedenza è di libera vendita e non in CITES.

 

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Pyxis arachnoides – Tartaruga ragno

Nome comune: Tartaruga ragno.

Tassonomia: appartiene al sottordine Cryptodira, superfamiglia Testudinoidae, famiglia Testudinidae, genere Pyxis. Sono riconosciute tre sottospecie: Pyxis arachnoides arachnoides, P. a. oblonga e P. a. brygooi. In P. a. arachoides il piastrone è completamente giallo e il lobo anteriore si chiude completamente a toccare il carapace. In P.a. oblonga il piastrone presenta segni neri e il lobo anteriore si chiude completamente. In P. a, brygooi il piastrone è completamente giallo e il lobo anteriore non si chiude completamente.

Origine e habitat naturale: si trova lungo la costa meridionale del Madagascar. Vive in foreste tropicali decidue e nelle aree silvestri asciutte. Della sua vita naturale non si conosce quasi nulla. È più attiva al mattino e al tramonto, per restare inattiva il resto della giornata.

Descrizione: è una tartaruga di piccole dimensioni, arriva a 15 cm dal carapace arrotondato. Gli scuti centrali e laterali sono di colore marrone scuro o nero e presentano un caratteristico disegno stellato costituito da un centro giallo da cui si estendono alcune strie radiali; il disegno complessivo presenta forti variazioni individuali. Il piastrone presenta una cerniera che permette alla parte anteriore di chiudersi. Secondo la sottospecie, il colore del piastrone varia completamente giallo a giallo con disegni scuri sul ponte. La testa è nera con macchie gialle. Le zampe e la coda sono di colore giallo-marrone.

Dimorfismo sessuale: nei maschi la coda è più lunga e spessa.

Mantenimento in cattività: Pixys arachnoides, pur essendo una delle tartarughe più belle, è molto delicata e di difficile gestione, in quanto non è semplice a ricreare in cattività condizioni ambientali simili a quelle naturali: nel suo ambiente di origine e soggetta a variazioni estreme, dai 6 ai 42°C, con una media di 13-33°C. È quindi adatta solo agli allevatori esperti. Può essere mantenuti in terrario a 27-29°C, con un elevato livello di umidità (80% circa). Ama interrarsi, per cui le si deve fornire un substrato di parecchi centimetri di terriccio o sfagno. È indispensabile la presenza di un recipiente d’acqua in cui possa immergersi.

Alimentazione: P. arachnoides è completamente vegetariana; l’alimentazione deve comprendere una varietà di frutta, ortaggi e verdure fatte a pezzetti e mescolati insieme, offerti al mattino.

Legislazione: è in Appendice II e in Allegato B del Regolamento CE 2724/2000. Il libro rosso IUCN la considera vulnerabile (VU B1 + 2abcd).